Imprese per il futuro

di Che banca.

Estratto dal Blog di Beppe Grillo.

Nel 2010 sono fallite 11.000 imprese in Italia. Un aumento del 20% rispetto al 2009. Nel 2011 l’andamento non è migliorato. Nei primi tre mesi, ogni giorno, hanno chiuso 30 imprese. Un’ecatombe silenziosa che riguarda tutti i settori. Il più colpito è quello industriale, seguito dalle costruzioni, dal commercio e dalle telecomunicazioni. Il maggior numero di fallimenti è avvenuto in Lombardia, quindi le Marche, il Friuli e il Veneto.
Il Lombardo Veneto, il motore dell’economia italiana, è l’area più colpita dalla crisi. Il dato è confermato dalle città dove sono più numerose le aziende che chiudono per sempre i battenti, la prima è Milano, seconda Treviso, terza Bergamo, quarta Vicenza, quinta Venezia, sesta Brescia. Tra poco saranno i padani a dover salire sui barconi. A fallire, sempre di più, sono le piccole e medie imprese. Di grandi ne rimangono ormai veramente poche, quasi tutte concessionarie dello Stato, come Benetton, Mediaset e Telecom Italia, o monopoliste di fatto come Eni e Enel. Ci stanno lasciando nomi che ci hanno accompagnato dalla nostra infanzia, come Omsa “Che gambe!”, la Bialetti dell’Omino coi baffi e l’Indesit delle nostre prime lavatrici. Fare impresa in Italia è un atto di eroismo, molti hanno gettato la spugna, altri sono emigrati, altri ancora non sono mai partiti. Le banche ti concedono un finanziamento o un fido solo se non ne hai bisogno. Non c’è comunque soluzione allo sviluppo dell’impresa italiana, senza rimane solo il fallimento definitivo dello Stato e l’emigrazione di massa (ma dove?). Le aziende premiate in questo Paese fruiscono di finanziamenti pubblici o bancari, hanno raccomandazioni politiche, si occupano di attività contrarie all’etica, come avviene per le mangiatoie del nucleare e degli inceneritori. Ecco, queste imprese non falliscono, il blog vuole occuparsi delle altre. Da oggi offre la possibilità a aziende già esistenti di accedere a fondi rivolti a società etiche. Le richieste di investimento vanno inviate al blog attraverso il form dell’area “Imprese per il futuro”. Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.

2 thoughts on “Imprese per il futuro

  1. Un’ altro motivo di tristezza è vedere che molte aziende italiane vengono acquistate a prezzi da svendita,da aziende straniere. Questo significa che l’italia si stà riducendo ad una colonia economica. In questa situazione le aziende acquisite assicurano la sopravvivenza ai loro lavoratori,ma il capitale dovuto alla produzione viene spostato all’estero, anzicchè circolare in Italia e contribuire all’aumento della ricchezza nazionale.

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  2. Ciao a tutti!! mi piacerebbe sapere quali sono le condizioni obbligatorie per accedere a questi finanziamenti, in quanto ho fatto una proposta che mi sembrava perfetta.. molto utile ai cittadini, e con un tornaconto molto equo e meritocratico fra i lavoratori.. non e’ stata accettata, ma senza dare spiegazioni.. se ci fossero delle restrizioni sarebbe bene saperlo prima, almeno le persone eviterebbero di perdere tempo a scrivere proposte dettagliate per po vedersele rifutare.. e senza spiegazioni poi.. grazie a chi sapra’ rispondermi.

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