Parco del Taburno. Produttori e titolari di strutture ricettive lamentano l’assenza di prospettiva

di Antonio Caporaso

per Il Sannio Quotidiano.

Risulta doveroso e necessario oggi parlare di un ente fermo, anzi letteralmente paralizzato, da mesi. Il Parco Regionale del Taburno-Camposauro, una struttura elefantiaca, bloccata al palo ed incapace di creare prospettive di sviluppo socio-economico ma anche e soprattutto turistico-culturale, nel comprensorio dell’area protetta. Ad alzare questo nuovo polverone sono un po’ tutte le espressioni della collettività della zona montana che recriminano le difficoltà di rapportarsi con una amministrazione totalmente assente. E’ una denuncia che molti cittadini intendono rendere pubblica e che ormai cova sotto la cenere almeno dall’estate scorsa. Sono tantissime le associazioni, i comitati festa e semplici esponenti della società civile che, nell’ultimo periodo, hanno qualcosa da ridire nei confronti di Palazzo Caporaso. Il Taburno-Camposauro è oggi considerata una realtà lontana: incapaci di rapportarsi con il luogo montano ed nell’impossibilità di creare azioni di rilancio per la montagna. Palazzo Caporaso oggi appare una struttura inutile ed ingombrante che riesce solo a produrre vincoli e limitazioni senza un reale beneficio per la cittadinanza dell’area protetta. Allo stato di totale paralisi si invoca da più parti un repentino ripristino della situazione, anche se relmente un Parco efficiente è sempre mancato. Nell’ottica di chi ha investito nell’area protetta le proprie speranze creando una seppur illusoria prospettive di lavoro, questo attuale risulta essere un periodo estremamente poco felice. I proprietari di strutture ricettive e i produttori di prelibatezze locali recriminano una reale mancanza di progettualità. A questi si sommano le lamentale mosse dalle associazioni turistiche, in particolare le Pro-Loco, che non vedono un ento montano realmente vicino ed interessato. Qualcuno ha anche osservato che, nell’ultimo periodo estivo è venuta a mancare una minima promozione del territorio: per tutta la stagione estiva presso Palazzo Caporaso latitavano addirittura brochure e guide al parco, soluzioni basilari per i turisti che vogliono conoscere le bellezze paesaggistiche del Taburno-Camposauro. Questo 2010 si chiude con un reale passivo per il Parco di Piazza Vittorio Veneto. Le poche attrazioni che riuscivano a polarizzare l’interesse, Taburnia e la Festa del Parco, sono state tristemente messe da parte. Se per la prima si era arrivati, lo scorso anno, alla sesta edizione; per la seconda manifestazione non si è portata a termine nemmeno la prima. Varata a fine ottobre del 2009 con l’intento di renderla, nei mesi a seguire, un evento itinerante di modo da toccare tutti i paesi dell’area protetta; la Festa del Parco è stata sepolta prima di nascere, illudento i tanti produttori e confermando l’incapacità di porsi al servizio del territorio. Parlare di un altro capitolo di questa triste storia, i totem multimediali, è inutile. Si aspettano ancora da due anni risposte che nessuno ha mai voluto dare, intanto lo sperpero economico che ha interessato questa iniziativa ricade ancora profondamente sulla testa della colletività.

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